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129. TORRIONI DEL PASSO DI
CROCE.
Rappresentano i pilastri angolari delle due
fasce rocciose che cingono il Corchia a occidente e a
mezzogiorno. Benché a monte si ricolleghino con scarsi
dislivelli ai pendii dell'Antecima occidentale, sporgono verso
il Passo di Croce con eleganti appicchi di aspetto dolomitico.
Particolarmente imponenti sono il 1° e il 2° Torrione (da
sinistra, guardando dal basso
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- 129
a) 1° TORRIONE.
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- 129aa)
Parete Nord-ovest.
- L. Ambregi, P. Ciancolini, G. Paoletti e
S. Serafini, 1958; Boll. Sez. Fior. 1958, 33.
- Se
ne costeggia la base verso sinistra fino a un marcato
canale, che si divide subito in due camini. Si segue quello
di destra (III e IV), poi facilmente fino a un altro camino,
che si sale (IV) fin quasi al termine. Con delicata
traversata destra (IV+) si va a un terrazzo e senza grosse
difficoltà a una nicchia sotto una paretina. Superatala (IV+),
si arriva in un largo canale e per esso al sommo.
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- 129
ab) Parete Ovest.
- Salita da P. Melucci, A. Terenzi e L.
Lenzi nel 1959, e da G. Dolfi e P. Lumini nel 1960 per un
itinerario più diretto, che qui descriviamo: arrampicata di
estrema difficoltà con tratti di artificiale e con un
dislivello di c. 130 m.
- Si
attacca un largo diedro al centro della parete (IV+) e si
supera un tetto (A3), 6 m oltre il quale è un punto di
sosta. Con difficoltà minori (IV) si giunge alla prima
cengia erbosa che taglia la parete. Sulla destra, al centro
della parete, si supera un diedro grigio (V+), che porta a
una seconda cengia. Si vince una placca (VI) in direzione di
un tetto ben visibile, raggiungendo un esiguo terrazzino; si
traversa 3 m a destra abbassandosi, si supera uno strapiombo
(A2) e per uno sperone si va a un buon punto di sosta. Si
traversa verso sinistra al disopra del tetto e dopo altri 40
m di III e IV si giunge in vetta.
- Sempre sulla parete O, procedendo verso
destra, esistono una via di M. Verin e C. e una via di L.
Benincasi e G. Canciani, 1970; IV e V, dislivello 100 m.
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- 129b)
2° TORRIONE.
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- Vinsero lo spigolo Ovest F. Funk, F.
Furrer e S. Pfister nel 1942 (RM 1942-43, 109). Dislivello
sui 120 m, difficoltà di IV, roccia rotta.
- Dalla
base dello spigolo si supera un diedro diviso da strapiombo
e poi si seguono dei lastroni, fino all'inizio di un camino
strapiombante. Si traversa a destra su cengia e,
oltrepassata la base di un altro camino, si sale a un'altra
cengia che si percorre in leggera salita verso sinistra.
Dopo due passaggi esposti e uno strapiombo giallastro, si fa
una breve traversata a destra su un'altra cengia e si sale
verticalmente, poi verso sinistra per rocce rotte pervenendo
a un aereo terrazzino, 15 m sotto un grande strapiombo
giallo. Si va a salire alla sinistra di esso e per spigolo
si perviene alla sommità
- Altra via più sulla destra, con
difficoltà di IV, è di E. Dei e P. Boni nel 1969.
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- 129
c) 3° TORRIONE
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- Parete
Sud-Ovest.
- L. Ambregi, M. Rulli e P. Passerini,
1957 (Boli. Sez. Fior. 1957).
- Attacco
dalla cengia per cui si accede al Canale del Pirosetto (v.
130a). Percorsa verso sinistra una cengia al disopra di un
salto, si salgono 2 m e poi si traversa un po' a sinistra
(V) e per una parvenza di fessura (IV) ci si porta a un
comodo punto di sosta, dal quale facilmente per canale e per
crestina sommitale.
- Questa breve parete è delimitata a
sinistra da una specie di spigolo (Ovest), che fu salito da
P. Melucci, A. Terenzi e L. Lenzi nel 1959. Altra via sulla
destra, che aggira a sinistra un caratteristico strapiombo,
è di G. Breschi e L. Benincasi, 1972: difficoltà IV e V+,
su roccia ottima.
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- 129d)
4° TORRIONE.
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- Spigolo
Sud-Ovest.
- L. Ambregi, U. Lorenzi e G. Ridi, 1957
(Boli. Sez. Fior. 1957)
- Attacco
sulla destra del Canale del Pirosetto (v. 130a). Si superano
successivamente: un canalino dal fondo erboso, un salto
leggermente strapiombante (IV), una fessura (V), un ultimo
tratto facile di spigolo.
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