La Sala polifunzionale di Terrinca intitolata  a

Don Giovanni Antonio Ginese Vanni

 

Stazzema- Ieri, nonostante la giornata inclemente per  la continua pioggia che ha avversato lo Stazzemese, l’antica frazione di Terrinca, forse il borgo che  maggiormente affonda le sue radici native nella profondità degli evi della storia di tutti i villaggi stazzemesi, ha vissuto l’ennesima  memorabile giornata con l’inaugurazione della bellissima Sala Polifunzionale realizzata  negli spazi  del Circolo Arci Le Tanacce. Locali che fino ad un anno fa erano un magazzino in cui era nascosto anche il passato del divenire della frazione  che testmoniano le avite pietre  e le travature. In  dodici mesi queste pietre sono ritornate a parlare- ha detto il presidente  del Circolo  Le Tanacce Giuseppe Rossi. Stavolta dal dire al fare non c’è stato di mezzo il solito mare. Queste  parole ieri sono state vere, per nulla  avvolte nella suggestione poetica evocata da Rossi. Come giornale che non c’è tentiamo oggi di porci all’altezza delle “pietre che parlano” della Sala Polifunzionale intitolata a don Giovanni Antonio Ginese Vanni, parroco poi priore della Chiesa dei Santi Clemente e Colombano di Terrinca dal 1783, morto in odore di santità nel 1843. La benedizione e l’intitolazione della sala e venuta a seguito di una partecipata e sentita cerimonia religiosa officiata dal parroco don Bernard Byczek. Erano presenti ufficialmente all’inaugurazione della sala l’assessore alla cultura della Provincia di Lucca Silvano Simonetti, il presidente del Parco regionale delle Alpi Apuane Giuseppe Nardini, il funzionario del Parco  Alfredo Lazzeri, i presidenti dell’Arci  regionale Toscana e della Versilia, Vincenzo Striano e Carmela Di Luigi. In forma strettamente  privata presenti anche i consiglieri comunali di Stazzema Baldino Stagi e Gian Piero Lorenzoni del Gruppo consiliare Luce a Stazzema e poi il consigliere di maggioranza Alessio Tovani.  É stata letta la lettera che Mons. Danilo D’Angiolo ha inviato alle associazioni di Terrinca dell’Arci Le Tanacce, dei Colombani e della Misericordia che hanno compartecipato alla realizzazione della sala per giustificare la sua mancata presenza a seguito dell’impegno che aveva proprio ieri in una convention sul turismo religioso . Presente anche il responsabile dello sportello di Pontestazzemese della Banca della Versilia Lunigiana  e Garfagnana, dott. Massimo Costa. Inoltre,  il presidente del Circolo Le Tanacce  ha ringraziato il membro del Cda della banca,  Enzo Marchetti, che  ha posto i suoi buoni uffici per il contributo che la Banca della Versilia ha concesso per la realizzazione della sala. A fare superba cornice l’esposizione  degli arredi sacri di cui è ricca la chiesa di Terrinca, argenti del Razzuoli e opere lignee del Cipriani della bottega d’arte di Farnocchia nonché originali composizioni floreali realizzate  dalle donne del luogo. Tutti i lavori  che sono serviti per realizzare la sala sono stati effettuati  ricorrendo alla mirabile manodopera che è presente nella frazione: muratori, falegnami, idraulici, elettricisti e imbianchini. La voce sopita delle antiche mani  dei padri è stata risvegliata e tornata a rivelarsi per merito delle moderne  mani paesane.  L’inno di Mameli ha fatto seguito al taglio del nastro. L’inaugurazione è terminata con un apprezzata merenda.  In un ambiente simile preferiamo questo termine all’ormai diffuso buffet.

Giuseppe Vezzoni- addì 22.11.2010

 

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Lettera di Mons. Danilo D’Angiolo

 

Carissimi, ringrazio l’amico Giuseppe Rossi di avermi invitato per domenica 21 c.m., ma quel giorno sarò fuori d’Italia per rappresentare la nostra Diocesi ad una  “Convention” sul Turismo Religioso e i Pellegrinaggi. Desidero però sottolineare alcuni alti significati che danno prestigio alla Vostra iniziativa: la dedicazione di una sala al Sacerdote Don Giovanni Antonio Ginese Vanni.

A conclusione dell’Anno Sacerdotale voluto da Sua Santità Benedetto XVI, Terrinca riconosce il proprio DNA cristiano nella persona di un Parroco, vissuto fra il 1700 e il 1800, morto addirittura in “odore di santità”. Non dimenticate le belle “figure” di Sacerdoti e Frati che si sono succeduti nei secoli. Le persone passano, anche quelle consacrate; i Parroci si succedono, ma persistendo la crisi vocazionale che è evidente, perché non pregare affinché anche in Terrinca si rinverdisca la radice vocazionale, proprio per dare alla Chiesa Santi Sacerdoti?

Nell’ambito poi storico e delle tradizioni, sono legate proprio a Don Vanni altre  2 notevoli realtà:

Ecclesiasticamente la Vostra Parrocchia fu elevata al rango di Prioria proprio per i meriti di Don Vanni;

il patrimonio di valore anche artigianale e addirittura artistico ancora esistente nella Chiesa dei Santi Clemente e Colombano, è frutto di una lungimirante iniziativa di Don Vanni, che si premurò di acquisire preziosa argenteria del Razzuoli e suppellettili lignee del Cipriani. Poche Chiese detengono quello che potrebbe addirittura costituire un piccolo museo parrocchiale, magari da far conoscere con apposito catalogo.

Ecco, sono queste le motivazioni, che come Parroco della Versilia ma ben conoscendovi essendo stato Vicario Foraneo, mi portano a salutare come un evento la Vostra iniziativa, ringraziandovi e incoraggiandovi sia sotto il profilo storico-culturale che per il significato e i valori delle vostre autentiche tradizioni religiose ed ecclesiali.Con i più cari saluti.                                                 

Mons. Danilo D’Angiolo

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Gli interventi istituzionali e associativi Arci

 

“Il Punto multimediale del Parco che in questa sala troverà concretezza- ha spiegato  il presidente del Parco Giuseppe Nardini, sottolineando le caratteristiche ricche di tradizione e di cultura della frazione di Terrinca, con la sua favorevole collocazione geografica per raggiungere zone di grande interesse naturalistico e antropologico come Passo Croce, Torbiera di Paduli, Pania della Croce, Campanice, Puntato, Corchia, Col di Favilla-  raccoglierà tutta quella tradizione e quei saperi che trasmessi oralmente tra generazioni rischiano di venire  dimenticati  e poi perduti. Il progetto  ha il fine di creare una cultura ambientale legata ai temi della sostenibilità delle relazioni tra uomo e l’ambiente naturale e sociale”. Il presidente del Parco ha lodato il lavoro fatto, sia per l’alta qualità conseguita dell’opera sia per la velocità che è  intercorsa  tra l’idea iniziale e la realizzazione.  Il Punto multimediale sarà costituito, oltre che dalla tecnologia necessaria (macchina fotografica, videocamera, computer e connessione internet), dalla sala convegni, biblioteca, sportello informativo.

Il funzionario del Parco, Alfredo Lazzeri, dopo aver  rilevato che il fine del progetto è la valorizzazione del patrimonio identitario dei luoghi e delle comunità, ha messo a fuoco l’impegno che servirà  per dare gambe ad un  progetto che impone “di immaginare  di gestire modalità organizzative nuove  che facciano lievitare le progettualità locali”. “Promuoveremo gli aspetti della tradizione popolare nel senso etnografico e flokloristico -   ha proseguito il funzionario dell’ente Parco -, il teatro popolare, i dialetti, la musica popolare,la storia, i miti,le leggende, i costumi, il cibo, l’osservazione scientifica e la organizzazione e la promozione di proposte turistiche che includano questi aspetti, come la valorizzazione degli avi e dei santi che popolano densamente i luoghi, nella toponomastica come nella memoria”. Per la riuscita del progetto, Lazzeri ha richiamato la necessità di lavorare  a sistema e  ha sottolineato la capacità  ampiamente esperita del Parco, proprio per quel suo legame sentimentale verso alle tematiche naturali  e i saperi e ai sapori che s’intrecciano con la vita delle popolazioni,  “di programmare un territorio difficile dove i valori  della tutela  e quelli dello sviluppo devono fondersi   e non scontrarsi e riproporre la dimensione rurale come un grande “modo di vivere”.

Anche il presidente dell’Arci regionale, Vincenzo Striano, ha messo in rilievo quanto siano importanti questi punti d’aggregazione e di contatto  fra persone che  nel frequentarsi perdono le differenze delle varie estrazioni sociali,dando ai meno abbienti un luogo in cui  la possibilità concreta di istaurare un rapporto ricreativo – culturale permette loro di esprimersi compiutamente e di non sentirsi emarginati.

A chiudere gli interventi istituzionali è stato l’assessore provinciale alla cultura Silvano Simonetti. “Sopratutto per le comunità periferiche, svantaggiate e che vivono un momento in cui si tende nella globalizzazione a privilegiare i grossi agglomerati urbani, - ha rilevato l’assessore provinciale -  il  valore di questa sala sta nello spazio  che si è creato a favore della aggregazione e della discussione, elementi che sono il sale della democrazia e della convivenza”.  Poi è stata la volta del presidente del Circolo le Tanacce, Giuseppe Rossi,   a  ricordare il percorso fatto dalla frazione con  un intento di insieme che ha portato prima della creazione di questo spazio, la pizzeria Da Tassilone, Il Circolo e al recupero  dei luoghi di fede  in paese e sugli alpeggi. Rossi ha ricordato che i prossimi obbiettivi sono la creazione di locali atti a permettere  a giovani studiosi di studiare il territorio vivendo fra la gente e ha rilanciato la determinazione di arrivare alla creazione di un museo che raccolga gli artistici e preziosi arredi di arte sacra che possiede la Chiesa dei Santi Colombano e Clemente. L’unico cruccio è quello di non aver potuto rendere accessibile  la Sala Polifunzionale ai diversamente abili.  L’abbattimento delle barriere architettoniche in uno stabile strutturato come il Circolo Arci, forse in tempo antico era l’edificio di riferimento della Comunità di Terrinca,  è  l’ulteriore sfida a cui non si sottrarranno gli abitanti della più antica e popolata frazione del Comune di Stazzema.

Giuseppe Vezzoni- addì 22.11.2010

 

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GIOVANNI ANTONIO GINESE VANNI (1786-1843)
CHI ERA COSTUI ?

1786  - "Die octo Iunii 1786 Ego presbiter Ioannes Antonius Vanni a Seravitia ad regimen Ecclesiae paroecialis SS. Clementi et Columbani Terrincae electus fui et in possessionem pacificam immissus fui..."

1787  - Il 9 Giugno 1787 il notaio Francesco Aloisio Guglielmi di Seravezza si recò in Puntato per stendere un atto pubblico alla presenza dei testimoni e del Rettore Gio: Antonio Ginese Vanni che avevano provveduto al restauro ed all'ampliamento dell'Oratorio della SS.Trinità.

Nel 1807 il Priore Antonio Vanni ottenne dai Compatroni e dal Camarlingo dell'Oratorio di Puntato di formare un nuovo Terrilogio con la descrizione dei confini, dei proprietari, del reddito, delle piantine in scala, completato nel 1810 dall'agrimensore Ranieri Acillotti e da Gio: Antonio Stagi deputato dai Compatroni.

1800  - Il 1° Ottobre 1800 l'arcivescovo di Pisa, Angiolo Franceschi, decretava: "Riputando noi giusto e conveniente di dare una pubblica testimonianza della piena nostra soddisfazione per la somma probità, zelo e dottrina con la quale il sacerdote Gio: Antonio Ginese Vanni ha governato e governa spiritualmente il suo popolo, con avere ancora arricchita quella chiesa di preziose suppellettili, quindi merita i particolari nostri riguardi e perciò di Motuproprio decoriamo con titolo
di Priore il sacerdote Gio: Antonio Ginese Vanni e i suoi successori..."

1801  - Il 25 Agosto 1801 il Cancelliere vescovile di Pisa, Tortolini, scrive al Priore Gio: Antonio Ginese Vanni "Vi ritorno un fagotto di reliquie, che potrete tutte esporre alla venerazione dei fedeli, a riserva di due sulle autentiche delle quali vi ho scritto "sospette". Esse non hanno bisogno di esponatur, perché già lo hanno dei Vescovi antecessori a questo. Le teche le farò fare solo ad alcune reliquie che ho riserbate e che voi presto riceverete, e ciò senza spesa alcuna, perché ci penserò io.


1814 - In chiusura del 1° libro dei battezzati da lui ricopiato annota: "Io infrascritto Priore della chiesa parrocchiale dei Santi Clemente e Colombano di Terrinca attesto di aver fedelmente e con tutta la possibile attenzione ricopiato il suddetto e presente libro primo dei battezzati della Cura e parrocchia di Terrinca dal suo originale, il quale essendo antico, già lacero, e mancante di molte pagine deperite e consunte coll'antichità, l'avevo fatto rigare ed insieme riunire le tante pagine
scritte, e riunite nella miglior maniera che erami riuscito, ed in fede di quanto sopra mi sottoscrivo questo dì 14 Maggio 1814. Prete Giovanni Antonio Ginese Vanni Priore, mano propria."
Al registro aggiunse anche l'indice alfabetico dei battezzati, mancante nell'originale, e in seguito copiò tutti gli altri registri dei battezzati.

1901 - Così lo descrisse nelle sue memorie il parroco Iacopo Parra nel 1901: "Il Priore Vanni fece opere meravigliose sia per gli arredi sacri e suppellettili di cui va adorna questa sua chiesa, sia per le opere di carità, munificenza, pietà, umiltà quasi da raggiungere l'atto eroico. Morì il 28.1.1843 e il suo corpo fu tenuto esposto per ben 4 giorni a richiesta del popolo poiché fu rapito alla terra in odore di santità. Vari ricordi vennero elargiti al popolo e il Vicario dell'Archidiocesi di Pisa prese il suo cilicio".

1986 - Nel 1986 il Gruppo Giovani di Terrinca iniziò una ricerca nell'archivio parrocchiale sotto la direzione del Parroco don Ettore Lorenzoni, e con meraviglia scoprì che don Gio: Antonio Ginese Vanni aveva arricchito l'archivio chiedendo le copie dei documenti fondamentali della Comunità di Terrinca a Firenze, a Pietrasanta, a Luni, a Sarzana, a Pontremoli. Aveva impreziosito la parrocchia acquistando ostensori, calici, pissidi, turiboli forgiati e cesellati dalle abili mani dei fratelli Giuseppe e Michelangelo Razzuoli di Pietrasanta. Aveva commissionato a Roberto Cipriani di Farnocchia e alla sua bottega candelieri di varie
dimensione intagliati, dorati o argentati, residenze in legno intagliato, lampioni processionali in legno intagliato e dorato, croci astili intagliate, troni di legno intagliato che ancora rendono Terrinca una parrocchia tra le più fornite di arredi sacri.

Alla domanda iniziale si potrebbe quindi rispondere che forse il Priore Vanni sia stato un Colombano ante litteram.

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