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Terrinca
Il
paese più antico della Versilia
Quando noi uomini del XX secolo cerchiamo di penetrare nella notte dei
tempi alla ricerca di tracce storico archeologiche, testimonianze di
insediamenti umani, bisogna essere consci che ci si dedica ad un'impresa
che...... ha tutte le carte in regola per portarci ha nessun
risultato concreto. Soprattutto quando si intraprende una ricerca
storica sulle origini di un paesino come Terrinca, piccolo e lontano dai
grandi centri urbani, sperduto nella catena Apuane dove la presunta
storia che conta non ha lasciato le sue orme indelebili. Pur tuttavia,
indagando scrupolosamente, setacciando gli archivi in un lavoro di
èquipe non indifferente, siamo decisi a ricostruire, con ipotesi fondate
soprattutto sui documenti storici, una piccola cronostoria del nostro
paese.
Nell'antichità
la cultura del leggere e dello scrivere era facoltà di pochi, clero e
nobiltà erano i depositari del sapere che per secoli venne tenuto
nascosto nei palazzi, nelle chiese e nei monasteri. Questo fenomeno si
acutizzò nel periodo che va dalla caduta dell'Impero Romano d'Occidente,
hanno 476 dopo Cristo, fino all'anno 1000 data che segna una progressiva
ripresa tutte le attività umane. In quei secoli abbastanza bui della
nostra storia, causa l'abbandono quasi totale del documento scritto,
soppiantato dall'uso su vasta scala della cultura orale, furono i
monasteri centro focale della cultura ufficiale medievale l'unica valvola
di sicurezza che attraverso un'immane opera di ricerca, conservazione
gelosa dei manoscritti e soprattutto un lavoro di copiatura fedele,
permisero ad opere fondamentali di arrivare a noi conservando inalterato
il loro valore. Così che ricostruire una storia fin dalle origini è come
immergersi completamente in un tempo molto remoto.
C'era
un paesaggio ridente, percorso da acque limpide, un suolo fecondo, alberi
da frutto, da costruzione legna da ardere in quantità, con la
consapevolezza di una vita serena tranquilla protetti nell'abbraccio delle
Alpi Apuane. Sicuramente così, devono aver pensato i popoli preistorici,
i Celti, i Romani, i Longobardi eccetera.... Che si sono avvicendati nei
secoli e nei millenni nella nostra terra. Si ipotizza che le tracce più
antiche di un insediamento umano nella nostra zona siano da attribuirsi ad
incisioni o disegni a strisce di terra preistorica, contenute in grotte
situate sotto le pareti del monte Corchia, purtroppo oggi ricoperti dai
detriti delle cave. Ricordiamo qualche notizia di insediamenti nella zona
in epoca celtica, infatti sopra Terrinca si trova una sorgente di nome
Capacchia, che rivolgendosi alla toponomastica, in mancanza di fonti
archeologiche o scritte, può svelarci molti misteri su origini,
derivazioni di molti toponimi. Il nome Capacchia a nella parte a ci una
desinenza celtica ce significa un'acqua che scorre, questo è già stato
riscontrato al riguardo di toponimi, in altri insediamenti Celti
soprattutto nell'Europa del nord.
La prima parte cap può essere di derivazione latina: caput=capo, quindi
capacchia può significare, a capo di un'acqua che corre.
Caratteristica frequente di insediamento di origine celtica sono
l'erezione di are, la maggior parte vicino a fonti importanti e
particolarmente buone ove si trovano piastre o pietre che in un modo molto
rudimentale e primitivo sono di forma rettangolare con incisioni a ciotola
di dimensioni quasi geometriche.Naturalmente queste ciotole sono combinate
fra loro da un canaletto, che dalla ciotola più grande a forma
rettangolare collega le altre, che sono la metà di quella precedente.
Una lastra di queste caratteristiche si trova vicino alla sorgente sopra
menzionata, ma causa opera di sprovveduti è stata danneggiata abbastanza
seriamente.
Passano
ancora molti secoli, prima di trovare finalmente, durante dei lavori
agricoli, il primo reperto archeologico, testimonianza inoppugnabile di un
insediamento umano, una necropoli Ligure-Apuana datata III secolo a.C.,
nella quale;sono stati ritrovati punte di freccia, recipienti ed altri
oggetti, segni di una civiltà appena agli albori.
Indagando su insediamenti della stessa epoca, soprattutto in zone montane
dell'Italia del nord, si deduce che la colonizzazione avveniva sempre
dall'alto verso il basso, le ragioni sono ovvie, dall’alto si ha un
controllo maggiore sui movimenti nella valle, in un eventuale aggressione
la difesa è più sicura ed una controffensiva ha enormi possibilità di
riuscita.
Era usanza Ligure costruire le loro necropoli sotto il nucleo abitato,
causa una credenza religiosa che reputava i morti conoscere solo la strada
per l'aldilà, cosicché in questo modo non potevano tornare a tormentare
i vivi che abitavano sopra di loro.
A conforto di quanto detto, la testimonianza del professore Riccardo
Arnbrogini afferma che la radice del nome Terrinca è senz'altro di
origine Ligure-Apuana, avvalorando così la nostra ipotesi sulle origini
del nostro paese.
Essendo questo il primo dato storico, dovuto innanzitutto ad un
ritrovamento del tutto casuale, immaginiamoci cosa potrebbe scaturire da
una competente e seria ricerca preistorica e protostorica in una zona
ancora vergine ad un certo tipo di indagine.
Il
popolo Ligure-Apuano che viveva fra questi monti di caccia e pastorizia,
venne spesso in contrasto con gli interessi del popolo Romano che per
recarsi nelle sue colonie di Spagna doveva transitare attraverso queste
zone litoranee, unica via terrestre possibile.
I Romani non tollerarono a lungo l'interferenza di queste popolazioni e
all'improvviso nell'anno 181 a.c. con un attacco a fondo ebbero ben presto
ragione degli indigeni che furono deportati senza pietà nel numero di
47000 nel Sannio, anno 180 a.c.
La deportazione però non fu totale, alcuni sicuramente sfuggirono ai
romani, continuando a vivere secondo i canoni degli antenati,
tramandandosi oralmente usi, costumi, tradizioni, toponimi che ancora oggi
sono la prova più evidente sulla nostra discendenza.
Nei secoli successivi perdiamo le tracce del nostro capo di indagine,
tutto ciò è senz'altro da imputare al fatto, che dopo il periodo di
dominazione romana, l'impero si sgretola piano piano, il potere si
fraziona, le città vengono abbandonate a se stesse, inizia quindi un
periodo buio di decadenza civile e culturale che prende il nome di
Medio-Evo.Sotto la spinta delle invasioni barbariche, che si succedono
periodicamente in Italia, dove regna ormai uno stato di anarchia, gli
unici punti di riferimento sono l'auctoritas del papato, e l'influenza
molto interessata dell'Impero Bizzantino.Il 568 è l'anno dell'invasione
Longobarda, che penetra dal Friuli, poi prosegue in Lombardia, regione che
prende il loro nome, proseguendo giù fino nell'Italia meridionale.
La
situazione politica nella penisola ebbe fasi alterne, fino a quando non fu
eletto papa Adriano I, professatosi apertamente antilongobardo, suscitò
l'immediata reazione di re Desiderio, che attaccò il papato. Adriano I
chiese soccorso ai Franchi suoi alleati, che in poco tempo ebbero
ragione del regno longobardo che cadde nell'anno 774 d.c
E’
proprio in questi anni di tensione tra papato e regno longobardo, che
ritroviamo le fila del discorso interrotto molti secoli addietro.Infatti
un certo
Tassilone nobile
longobardo, figlio di Autchisio fa il suo testamento, ordinando che gli
esecutori testamentari vendano molti dei suoi beni, ne dispongano come
meglio crederanno per l'anima sua; nel caso che essi non possano venderli,
ne dispone egli stesso donandoli a varie chiese e luoghi pii. (arch. Arciv.
Lucca).
Nell'elenco delle varie donazioni troviamo: "Aveas Monasterio
Sancti Petri in campo Magiore parte mea de casas, vel res in loco
Terrinca,".L'estensore del documento ha nome Teudeperto.
Questo documento fondamentale nella nostra ricerca,
pone
il paese di Terrinca come il più antico della Versilia,
sempre secondo le conoscenze documentate, ciò non implica con questo la
fondazione dei paese, che secondo logica deve essere avvenuta molto prima,
visto che nell'Vlll secolo c'erano già possedimenti longobardi. E’ una
pergamena giallastra, di forma molto irregolare, stesa in un latino
maccheronico, con molti errori ortografici, anche l'anno della sua stesura
è incerto, infatti in quei tempi non si diceva al dì 10 novembre
dell'anno 1987, ma al contrario ci si esprimeva con formule fisse.
Esempio: 1° indizio di nostro signore Desiderio, per grazia di Dio, Re
dei Longobardi alla vigilia della festa del santo martire Zenobio etc.......
detto questo si può capire l'incertezza sulla data definitiva della sua
stesura che si ritiene sia l'anno
766 d.c.
Questa incertezza non ci toglie lo
stesso il primato di paese più antico della Versilia.
Il
manoscritto inizia in bella scrittura, lettere uniformi, mantenendo uno
spazio fra le parole, ben tenuta è anche la distanza fra le righe, come
se l'estensore fosse tenuto sotto controllo.
In seguito cominciano gli errori, la scrittura comincia a saltellare, gli
spazi si riducono e si fanno confusi, ma la cosa più importante è che la
parola Terrinca salta all'occhio nella stessa forma della parola di oggi.
In un
altro documento sempre della stessa epoca, datato anno "773
d.C." si trova il nome Terrinca, lo asserisce il noto storico
versiliese Vincenzo Santini.
Tale documento apparterrebbe come l'altro all'archivio arcivescovile di
Lucca.
Giuseppe
Viner, con un documento datato anno 1915 della sopraintendenza alle
gallerie ai musei medioevali e agli oggetti d'arte di Firenze, inviato
alla parrocchia di Terrinca, afferma che "la chiesa di San Clemente e
Colombano fu una delle prime fondate in Versilia".
"Probabilmente esisteva già nel nono secolo".
Questa asserzione può derivare dal fatto che essendovi già nell'VIII
secolo nel nostro paese alcuni possedimenti longobardi, si può desumere
che essendo essi da lungo tempo convertiti al cattolicesimo, abbiano
proprio loro edificato una piccola cappella o oratorio riservata al culto
religioso, poi nel IX sec. migliorata, ristrutturata ed effettivamente
riconosciuta come chiesa.
Un
altro documento riportato alla luce attraverso un'indagine sull'archivio
parrocchiale, riguardante la chiesa di Terrinca, è una descrizione dei
religiosi del nostro paese, ricavato e descritto dal cronista Fra
Bonaventura di Terrinca Minore e Riformato.
Questo
documento è arrivato a noi grazie alla mano dei sacerdote Jacopo Parra
che ha esercitato in questa parrocchia nel periodo fine anni 1800 inizio
1900.
Il testo dice: "la chiesa fu fondata l'anno 1000, vi sono tre corpi
incorrotti: il I° del fu Giovanni figlio di Bartolomeo e di Agata ambedue
di Terrinca; il 2° della fu Maria figliola di Francesco Bazzichi e di
Angela di Antonio Silvestri, il 3° della fu Taddea figliuola di Giuliano
di Luca Stagi e di Pellegrina di Domenico Francesco Lenzoni". Etc............
Di sicuro sulla data di fondazione della prima chiesa a Terrinca non c'è
niente di certo, entrambe queste due testimonianze hanno solo a loro
sostegno delle ipotesi più o meno fondate.
Molto interessante sarebbe stato se Don Jacopo Parra in questa sua
rilettura del documento, avesse citato la fonte storica riguardo la
notizia dell'anno mille come data di fondazione della prima chiesa, che
starebbe a dimostrare quanto detto prima, che l'inizio del secondo
millennio segna il rifiorire di tutte le attività umane con spirito
rinnovato.
Nei
secoli successivi la caduta del regno longobardo si ha una notevole
crescita demografica, una progressiva rinascita delle città, degli scambi
commerciali, la diffusione delle nuove tecniche agricole, un’espansione
delle terre coltivate, l'introduzione nel sistema economico della moneta,
in sostituzione del vecchio sistema di baratto, la nascita dei comuni, la
costruzione di una monarchia papale, la formazione di nuovi ordini
religiosi, la lotta continua per il potere e la supremazia in Europa da
parte delle maggiori casate nobiliari, le crociate in
terra
santa etc.
...
Di tutti questi grossi sconvolgimento sociali, economici, politici e
culturali, forse in un paesino lontano, arroccato sulle Apuane se ne è
sentito solo una lontanissima eco, la vita di tutti i giorni in pratica è
rimasta intatta in tutti questi secoli, la gente ha continuato a condurre
un'esistenza quasi primitiva, nella conservazione delle tradizioni di
coltivare la terra, di condurre le bestie al pascolo e raccogliere tutto
quello che madre natura gli dava, senza tante domande vivendo
semplicemente, avendo come unico problema da risolvere, il sopravvivere
quotidiano senza fare mai progetti e programmi che andassero al di la
della durata di un raccolto.
E
proprio in questi anni, che ritroviamo menzionato il nome di Terrinca,
nelle liste delle decime triennali indette da papa Bonifacio VIII,
rispettivamente per gli anni 1295-1298, 1298-1301, 1301-1304.
Della prima, indetta "pro subsidío Regni Sicilie" possediamo le
rationes per la prima e la seconda paga del secondo anno 1297.
Della seconda, indetta "pro quibusdam necessitatibus domini papa et
Eclesie Romane", possediamo le rationes per l'intero primo anno 1298.
Della terza indetta anch'essa "pro negotio Regni Sicilie,, possediamo
le rationes per la seconda paga del secondo anno 1303.
Tutte queste decime sono contenute nel codice membranaceo dell'archivio
vaticano.
Le decime erano imposte che dovevano essere versate alla chiesa, questo
soprattutto in epoca medioevale, ed equivalevano ad un decimo del reddito
complessivo.
Questo dimostra come il paese di Terrinca, già nel 1296 avesse una chiesa
curata, ed anche una buona organizzazione economica e sociale.
Sempre in quegli anni si legge nello statuto della Repubblica di Lucca
1308, che Terrinca era obbligata a portare un cero fiorito di otto libbre
a Lucca nel giorno di Santa Croce come particolare offerta.
Nel febbraio del 1347 in una sentenza del conte Ranieri Donoratico della
Gherardesca, capitano di Pisa, diretta a fissare i confini delle terre
soggette ai nobili di Corvaia, si legge-. "In territorio Petrae
Sanctae et cius Vicariae ... de supra sicut descenditur ad confines
Terrincae".
Ciò dimostra che Terrinca delimitava i confini, ma che ne era fuori
quindi completamente autonomo.
Nell'anno
1376 il nostro paese era comune indipendente sebbene unito con Levigliani.
Nel 1386 il nome del Rettore Basilio ci da per la prima volta l'esistenza
della parrocchia, la cui fondazione deve avere radici molto profonde.
Nel 1405 abbiamo i confini: "Circumdariurn Terrincha pro indiviso ad
Cornunitate Livigliani".
Nel 1406 il primo fonte battesimale. Nel 1453 causa la caduta di
Costantinopoli ad opera dei Turchi, i quali si propagarono ovunque
terrorizzando le zone costiere, il Capitanato di Pietrasanta emanò un
decreto che obbligava gli abitanti della zona a svolgere il servizio di
guardia e a portare armi seco, eccezion fatta per ecclesiastici e
laureati.
Si viene a conoscere dall'estimo del 1464, esistente nell'archivio di
Pietrasanta, come la chiesa di Terrinca possedesse in questo comune 11
appezzamenti di terra.
Nel 1484 si passa con atto pubblico sotto il dominio Fiorentino.
Nel 1494 ceduti a Re Carlo VIII di Francia da parte di Pietro dei Medici.
Nel 1496 i Francesi ci vendono ai Lucchesi, così nei secoli dei secoli.
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